CHIRURGIA BARIATRICA
Buonasera cari amici, stasera parliamo di grandi obesi e dei conseguenti eventuali interventi bariatrici per ridurrre il peso; per dovere di cronaca dobbiamo precisare che l'articolo scaturisce da una chiacchierata con il Dott. Marra, ex primario, adesso in pensione, del reparto di chirurgia dell'ospedale di Novafeltria., che ci ha spiegato cosa sia la chirurgia bariatrica, quali siano i differenti tipi di intervento e che tipo di stile alimentare e di integrazione bisogna adottare dopo l' eventuale intervento.
Obesità e Chirurgia Bariatrica
L'obesità può essere
definita come un eccessivo accumulo di grasso nei tessuti adiposi del corpo.
Essa è la conseguenza dell'associazione di una scorretta alimentazione, con
smoderata assunzione di zuccheri e grassi insaturi, associata ad uno stile di
vita sedentario. Altre cause, talora associate, possono essere fattori
genetici, disfunzioni ormonali e assunzione di farmaci , in particolare
antidepressivi e antipsicotici. Una
persona si definisce obesa quando l'indice di massa corporea - BMI - è
superiore a 30 (obesità di primo grado) mentre un indice superiore a 40
identifica una obesità gravissima, di terzo grado. Si considera normale una
persona con BMI tra 18,5 e 24,9 ed in sovrappeso un individuo con BMI tra 25 e
30. Il calcolo del BMI è estremamente semplice ed è espresso dal Peso in Kg /
(statura in metri * statura in metri).
Ad esempio Tizio, del peso di 97 Kg,
alto 178 cm. , presenta un Indice
di Massa Corporea di 30,61 ed è obeso mentre la sua compagna Sempronia, del
peso di 62 Kg e alta 171 cm, presenta un BMI di 21,20 e rientra nei valori
della normalità,
La percentuale degli
adulti obesi è cresciuta a dismisura negli ultimi 40 anni, in particolare nel
mondo occidentale: in Italia si è passati dal 8,4 al 19,9%, in Francia e
Germania dal 9 al 22%, in Gran Bretagna dal 9 al 28% , negli Stati Uniti dal 12
al 36%.
L'eccesso di peso
comporta rischi gravi di ammalarsi di diabete, ipertensione arteriosa, infarto
miocardico, disturbi respiratori, articolari e un incremento del rischio di
tumori del colon, seno, prostata, apparato ginecologico femminile.
I rimedi iniziali per
combattere l'obesità prevedono il consumo di alimenti ricchi di fibre e poveri
di grassi, la sostituzione dei grassi animali con grassi vegetali, lo
svolgimento di attività fisica per almeno 30 minuti al giorno.
Nelle persone con
obesità di grado elevato (BMI > 40) i correttivi alimentari o dello stile di
vita non sono sufficienti ed occorre intervenire chirurgicamente con interventi
mirati a ridurre il volume dello stomaco o a by-passare un tratto intestinale
per indurre un senso di sazietà o ridurre l'assorbimento del cibo accelerando
il transito alimentare.
La chirurgia
dell'obesità o bariatrica (dal greco baris = pesante) è una branca
relativamente recente della medicina ma già codificata da procedure chiaramente
definite. Al pari di ogni atto chirurgico la stessa non è esente da possibili
complicanze ma, correttamente eseguita e con indicazioni precise, riduce i rischi di mortalità degli obesi e lo sviluppo di gravi
patologie associate a sovrappeso e obesità. La chirurgia dell'obesità, pur non
garantendo da sola una sicura guarigione, rappresenta uno strumento di supporto
della persona obesa nella perdita di peso a lungo termine. I due terzi dei
soggetti obesi patologici che hanno scelto un intervento bariatrico presentano
una perdita di peso del 50% nei dieci anni successivi all'intervento; ancor più
se ci si attiene a comportamenti e stili di vita corretti.
Interventi Chirurgici
È
possibile suddividere i diversi, principali interventi in tre tipi la cui
efficacia è supportata da ampie casistiche e da periodi di osservazione
post-intervento sufficientemente lunghi.
Interventi gastro-restrittivi
Hanno lo scopo di ridurre il volume dello stomaco , con un'azione prevalentemente meccanica che limita l'introduzione di cibo. Si basano essenzialmente sulla separazione di una porzione dello stomaco così da formare una tasca superiore che si svuota nell'area inferiore attraverso uno stretto orifizio, non dilatabile. In tal modo si riduce la quantità di cibo che può essere assunta in un solo pasto e si mantiene a lungo senso di sazietà; si mangia meno perdendo peso. Appartengono a questo tipo: il bendaggio gastrico regolabile, la gastroplastica verticale e la più recente gastrectomia verticale parziale.
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Interventi misti
Gli
interventi di chirurgia mista abbinano la componente gastro-restrittiva a
quella di ridotto assorbimento del cibo. Essi svolgono un'azione prevalentemente
funzionale attraverso la creazione di una piccola tasca gastrica che non
comunica con il resto dello stomaco ma è direttamente collegata all'intestino
tenue saltando la parte iniziale del tratto digestivo. Il bypass determina un
calo di peso corporeo riducendo di molto la quantità di cibo introdotta e
inducendo un precoce senso di sazietà.
Interventi malassorbitivi
Gli
interventi di tipo malassorbitivo comportano una riduzione irreversibile delle
dimensioni dello stomaco e un marcato cambiamento del processo digestivo. Lo
stomaco viene collegato alla parte terminale dell'intestino tenue così che il
cibo percorre soltanto una piccola parte del tratto gastrointestinale con
conseguente notevole riduzione dell'assorbimento delle sostanze nutritive.
Tali interventi risultano
particolarmente invasivi rispetto alle altre metodiche pur offrendo al paziente
obeso maggiori probabilità di riuscire a mantenere la riduzione del peso
corporeo nel lungo periodo.
L'efficacia
terapeutica della chirurgia bariatrica è direttamente proporzionale
all'invasività dell'intervento chirurgico: il bendaggio gastrico e le sue
varianti hanno un'efficacia che oscilla tra il 40 e il 60%; il bypass gastrico
e le sue varianti del 60-70% e gli interventi malassorbitivi (diversione
bilio-pancreatica) del 65-75%.
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Complicanze
La chirurgia
bariatrica, come abbiamo già detto, non è esente da possibili complicanze che
possiamo distinguere tra precoci, nel primo mese dopo l'intervento, e tardive.
Nelle settimane successive all'intervento il paziente può manifestare vomito, a
causa del ridotto volume dello stomaco, oltre a complicanze direttamente
connesse all'atto chirurgico quali una infezione delle ferite chirurgiche,
emorragia gastrica, occlusione intestinale o una trombo-embolia venosa. Il rischio di mortalità postoperatoria precoce varia dallo
0,1 all'1% e aumenta con l'aumentare del peso corporeo del paziente in stretta
relazione alle condizioni cardiorespiratorie del paziente e all'esperienza del
chirurgo. Le complicanze tardive insorgono oltre i 30 giorni
dall'intervento e sono caratterizzate da occlusione intestinale e ernia sulla
sede dell'incisione chirurgica.
Per
un paziente su dieci l'insufficiente
perdita di peso o il recupero del peso iniziale rende necessario, in un secondo
momento, sottoporsi a un ulteriore intervento chirurgico.
La
scarsa collaborazione nel mettere in pratica i consigli dietetici e
farmacologici, il fumo e l'abuso di alcool aumentano il rischio di complicanze.
Schema alimentare e integrazione
Successivamente
all'intervento chirurgico occorre seguire scrupolosamente lo schema alimentare
indicato dal medico: dieta liquida e semiliquida con un graduale ritorno ad una
alimentazione solida. I pasti vanno consumati lentamente e masticati a lungo. Molti
pazienti, affetti da obesità patologica, presentano, già prima dell’intervento,
carenze nutrizionali legate a scelte e comportamenti scorretti. Tutti i
soggetti operati, poiché gli interventi di chirurgia bariatrica causano una
ridotta assunzione di vitamine e oligoelementi, necessitano un’adeguata
integrazione e, qualunque sia stata la
modalità del trattamento chirurgico subito, debbono eseguire periodici
controlli clinici e di laboratorio. Durante la fase iniziale di dimagramento
sono necessarie integrazioni vitaminiche e minerali; per tutta la vita si
rendono opportuni controlli periodici degli esami di laboratorio riguardanti, in particolare:
stato proteico, elettroliti ematici, valori glicemici.
Nel
caso degli interventi che restringono lo stomaco una integrazione
multivitaminica e di oligoelementi
(vitamina
D, ferro, acido folico, tiamina, calcio citrato etc) è consigliata per alcuni
mesi. Tale raccomandazione è legata all’esiguo introito di cibo che, pur in
presenza di un’alimentazione varia, difficilmente garantisce un adeguato
apporto di tali sostanze. Nel by-pass gastrico e nella gastrectomia verticale
parziale il bolo alimentare transita velocemente mentre la ridotta acidità
gastrica e il basso numero di cellule dell'antro gastrico rendono
indispensabile l'apporto di vitamina B12.
Nel by-pass gastrico e, ancor più, nella diversione
bilio-pancreatica, il quadro clinico è aggravato dal malassorbimento indotto chirurgicamente. È fondamentale integrare
l'alimentazione con supplementi proteici, multivitaminici sia idrosolubili che
liposolubili e oligoelementi a partire dai giorno immediatamente successivi
all'intervento chirurgico in quantità personalizzate sulla base delle singole
necessità.
Gli
integratori devono essere facilmente digeribili, in preparazioni masticabili o
in soluzione, rapportate alle singole
necessità e carenze. Le preparazioni effervescenti vanno lasciate un po’ a riposare prima di assumerle, per eliminare
il gas.
Si
raccomanda sempre di verificare periodicamente il livello nel sangue di questi
micronutrienti e l’eventuale ricorso alla somministrazione parenterale in caso
di grave carenza.
Riguardo all'apporto proteico sono particolarmente importanti le siero-proteine del latte mentre altre tipologie di proteine, come quelle di soia, saranno utilizzate nei soggetti intolleranti al lattosio.
I supplementi proteici andranno assunti fintanto che il
paziente non introdurrà una quantità adeguata di proteine con la dieta.
Gli
integratori a base di ferro, vanno assunti a stomaco vuoto, preferibilmente
lontano dai pasti, per favorirne
l’assorbimento. Inoltre, il calcio non
va assunto insieme al ferro per
evitarne il malassorbimento.
Supplementazione di vitamine e minerali
L'integrazione
di vitamine e minerali deve continuare per almeno 8-12 mesi e, in ogni caso,
fino alla stabilizzazione del peso. Negli interventi
restrittivi l'apporto supplementare è costante per circa
6-8 mesi e viene costantemente monitorato in base ai controlli clinici ed
ematici. Gli interventi malassorbitivi richiedono invece una integrazione di
vitamine e oligoelementi per tutta la vita, accresciuta o concordata con il
proprio curante in condizioni di gravidanza, allattamento o menopausa.
Molto
spesso va aggiunto un integratore specifico per i capelli perché, soprattutto
nelle donne e dopo un paio di mesi dall’intervento, si può verificare una perdita della capigliatura.
Nel
primo periodo, dopo l'intervento chirurgico, alcuni pazienti possono accusare
facile stancabilità e affaticamento muscolare per cui è consigliabile assumere
integratori di sali minerali già pronti o da sciogliere in acqua, utili anche
nella fase in cui il paziente comincia o ri-comincia a fare dell’attività
fisica più o meno intensa. È fondamentale integrare i liquidi perché
l'organismo ha necessità di bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno anche per
prevenire la formazione di calcoli renali, in particolare di ossalato di
calcio. A volte può essere utile aggiungere all’acqua dei sali minerali o bere
bibite energizzanti che aiutino il
paziente nelle fasi di facile stancabilità. È sconsigliata vivamente
l'assunzione di bevande alcoliche.
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